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L’efficacia del trattamento manipolato per ridurre il reflusso gastroesofageo

Il reflusso gastroesofageo, o reflusso gastrico, consiste nella risalita di una parte del contenuto gastrico acido verso l’esofago. Questo passaggio dallo stomaco all’esofago si verifica in modo involontario ed incosciente, senza compartecipazione della muscolatura gastrica e addominale.

Entro certi limiti, il reflusso gastroesofageo è un fenomeno fisiologico, quindi può essere considerato normale: la quantità di acido che risale nell’esofago, di solito dopo i pasti, è limitata, e quindi non causa particolari problemi. 

Tuttavia, quando diviene troppo intenso e frequente provoca tutta una serie di disturbi al paziente, sconfinando nel patologico. In questi casi, si parla più correttamente di malattia da reflusso gastroesofageo.

Le cause del reflusso possono essere più di una, ma nella maggior parte dei casi è presente una incontinenza del cardias (una sorta di valvola che regola il passaggio del cibo dall’esofago allo stomaco, impedendogli di tornare indietro).


Tra le cause possiamo citare:


La presenza di un’ernia iatale, ovvero una parte dello stomaco risale verso il torace attraverso un’apertura del diaframma, questo modifica la fisiologia del cardias che permetterà la risalita di acidi gastrici nell’esofago.


L’assunzione di alcuni farmaci, che possono o aumentare i sintomi del reflusso (antinfiammatori non steroidei e alcuni antibiotici) o altri che riducono la pressione del cardias, come alcuni sedativi, antidolorificiantidepressivi e anestetici.


Anomalie anatomiche fisiologiche di strutture anatomicamente collegate allo stomaco, molto spesso il diaframma e tutte le strutture ad esso collegate se si trovano in spasmo rendono poco mobile tutta la parte gastrica.


Che cosa può fare l’osteopatia?

Dopo la diagnosi medica, l’osteopata può lavorare su tutte le strutture in collegamento con lo stomaco e direttamente sullo stomaco stesso.

Mobilizzando le strutture e i loro mezzi di unione l’osteopata darà più libertà di movimento a strutture che necessitano di libertà per esprimere al meglio la loro funzionalità.

Facendo sia un lavoro miofasciale su strutture muscolari (diaframma), lavorare sulla struttura che è in collegamento diretto o indiretto con la parte gastrica( colonna vertebrale) e non per ultimo mobilizzando direttamente lo stomaco e i suoi mezzi di unione (legamento gastreofrenico – legamento gastrolienale- piccolo omento). Senza dimenticare di valutare e trattare tutto ciò che riguarda l’afferenza vagale, nervo cranico importantissimo anche per l’innervazione gastrica, infatti un reflusso gastrico potrebbe portare a numerose aritmie cardiache dovute proprio da un’irritazione di questo importantissimo nervo.

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